lunedì 8 dicembre 2008

le armi......

Il decimo anniversario dello schianto del volo LY1862 della El Al in Olanda e' trascorso virtualmente oscurato sui media mondiali. Il 4 ottobre 1992, un Boeing 747 delle linee aeree israeliane si schianto' su un condominio di Bijlmermeer, presso l'aeroporto di Schiphol, a sud-est di Amsterdam, sulla rotta da New York a Tel Aviv. 47 persone morirono all'istante, mentre un migliaio di residenti dell'area furono colpiti da crisi respiratorie, neurologiche e da paralisi. Col tempo, gli abitanti dell'area sono stati interessati da un notevole aumento della mortalita' per cancro e da malformazioni congenite per i neonati.

Sfidando il muro costruito intorno alla vicenda dalle autorita' israeliane ed olandesi, un gruppo indipendente di ricercatori olandesi nel campo nucleare ha scoperto che l'aereo trasportava notevoli quantita' di uranio impoverito. Nel 1998, il quotidiano olandese Handelsblad rivelo' che, all'interno dell'aereo, erano presenti materiali ancora piu' letali: il volo LY1862 trasportava 10 tonnellate di materiali chimici, tra cui l'acido idrofluorico, l'isopropanolo e il dimetile metilfosfonato (DMMP) - tre dei quattro gas chimici usati nella preparazione del gas nervino sarin. Una tardiva inchiesta parlamentare olandese sul disastro aereo scopri' voli settimanali non pubblicizzati da New York a Tel Aviv con scalo a Schiphol. Qui i carichi non venivano controllati e - come testimonio' il procuratore generale olandese - lo staff della sicurezza della El Al lavorava per il Mossad. Secondo un investigatore che lavorava per conto dei sopravvissuti di Bijlmermeer, Schiphol era diventato, e continua ad essere, "un centro per il trasferimento di armi proibite".

Il DMMP era fornito dal Solkatronic Chemicals Inc. of Morrisville, Pennsylvania, ed era destinato all'Istituto israeliano per le Ricerche Biologiche (IIBR) di Nes Ziona, presso Tel AViv. Questo istituto e' l'organizzazione militare e d'intelligence per lo sviluppo, i test e la produzione di armi chimiche e biologiche. Una fonte dell'intelligence israeliana rivelo' al Sunday Times: "Non vi e' alcuna arma chimica e biologica, conosciuta e sconosciuta, che non sia stata prodotta a Nes Ziona". L'IIBR non e' segnalato sulle mappe e l'accesso ad esso e' negato persino a membri della Knesset per gli affari esteri e per la difesa, preoccupati dal rischio sanitario per gli abitanti dell'area.

Un rapporto dell'Ufficio USA della Tecnologia stabilisce che "Israele ha capacita' non dichiarate di guerra chimica offensiva" ed e' "noto che possiede un non dichiarato programma di guerra biologica offensiva". Il Sussex - Harvard Information Bank on Chemical and Biological Warfare Armament riporta che Israele ha usato armi chimiche negli anni '60 e nei primi anni '80, gas venefici e letali contro le truppe egiziane nel 1948, e contro i palestinesi nel 1969 e durante la prima intifada. Il Sunday Times ha riportato, nel 1998, che gli F-16 israeliani sono equipaggiati per il trasporto di armi chimiche e biologiche prodotte a Nes Ziona, e che gli equipaggi sono addestrati ad attivare tali armi entro pochi minuti dal ricevuto ordine.

Il giornale riporto' anche che a Nes Ziona furono condotte ricerche per una "etno-bomba". Una delle rivelazioni piu' scottanti fatte durante le testimonianze della Commissione per la Verita' e la Riconciliazione in Sudafrica fu che il regime sudafricano di apartheid ed il suo alleato Israele cooperarono su tale progetto. Alcuni scienziati definirono con precisione una particolare caratteristica nel profilo genetico di alcune comunita' arabe, particolarmente in Iraq, e cercarono di produrre micro-organismi letali che attaccassero solo i portatori di quei geni distintivi. La malattia poteva essere indotta spruzzando gli organismi nell'aria o contaminando con essi fonti di rifornimento idrico.

Il programma di armamento nucleare di Israele e' meglio documentato di quello chimico e biologico ma rimane invisibile come l'impianto di Nes Ziona. Non c'e' dubbio sul fatto che il programma nucleare israeliano abbia avuto inizio negli anni '50 a Dimona, nel Negev, con l'assistenza prima francese, poi americana e sudafricana. Nel 1986, lo scienziato israeliano-marocchino Mordechai Vanunu rivelo' quello che accadeva a Dimona, e cioe' che gli impianti del Negev avevano gia' prodotto oltre 200 testate nucleari. Cinque anni dopo, un rapporto dello US Strategic Air Command dichiaro' che Israele possedeva tra le 75 e le 200 bombe nucleari. Il Bulletin of Atomic Scientists (BAS) ha stimato in un numero superiore "a 185" le armi atomiche possedute da Israele. La Federazione degli Scienziati americani (FAS) da' la stessa cifra, e cosi' pure l'Istituto di Ricerca Internazionale sulla Pace di Stoccolma. Nel 2000, il membro della Knesset Issam Mahoul ruppe il tabu' parlamentare discutendo della politica ufficiale "ambigua" di Israele circa gli armamenti nucleari, dichiarando che Israele possedeva dalle 200 alle 300 testate nucleari. La Rivista dell'intelligence Jane's stimo' in 400 il numero di armi termonucleari e nucleari possedute da Israele. La Campagna Internazionale per la liberazione di Vanunu ne conta addirittura 500.

Sia nella guerra del 1967 che in quella del 1973, Israele equipaggio' un certo numero di missili con testate nucleari. Nell'agosto di quest'anno, Anthony Cordesman, del Centro degli Studi Strategici Internazionali ha dichiarato, di fronte alla Commissione Esteri del Senato americano che, se dovesse essere minacciata dall'Iraq, Israele sarebbe perfettamente in grado di colpire con armi nucleari tutte le citta' irachene non ancora occupate dall'esercito americano. Nonostante dunque vi sia la prova schiacciante dell'arsenale nucleare israeliano e della sua disponibilita' ad utilizzarlo, Londra e Washington si rifiutano di vederlo. Una portavoce dell'Ufficio Esteri ha dichiarato che "la Gran Bretagna continua ad incoraggiare Israele a ratificare il Trattato di non-proliferazione nucleare come se fosse effettivamente uno stato non-nucleare". Tale attitudine cieca si riscontra anche negli USA, dove un rapporto del Pentagono del 2001 escluse Israele dalla lista di stati con capacita' nucleari.

L'ultima edizione del Nuclear Notebook afferma che gli squadroni di F-16 israeliani di Nevatim e Ramon sono gli aerei da guerra piu' capaci di trasportare armi atomiche e che un piccolo gruppo di piloti e' stato addestrato all'uso di tali armi. Gli F-4, gli F-15 ed i Jaguar hanno anch'essi capacita' nucleari. La newsletter aggiunge, inoltre, che Israele possiede missili terra-aria - i Jericho 1, i Jericho 2 e gli Shavit - che possono essere equipaggiati con armi nucleari. I Jericho 1 hanno un raggio di 500 km e possono essere lanciati da postazioni fisse o mobili. I Jericho 2 hanno un raggio di 1.500 km, e sono sistemati presso la base di Zechariya, 45 km a sud-est di Tel Aviv. I missili balistici intercontinentali Shavit, possono lanciare testate nucleari a 8.000 km di distanza. Tra il luglio 1999 e l'ottobre 2000, la marina israeliana e' entrata in possesso di tre sottomarini della classe Dolphin - Dolphin, Leviathan e Tekuma - modificati per il trasporto ed il lancio di missili Cruise con testate nucleari. Ricerche approfondite dimostrano che Israele possiede una capacita' nucleare tattica, che include piccole mine da terra a base di uranio impoverito e testate nucleari strategiche che possono essere sparate attraverso cannoni.

Fino ad oggi, se si esclude la complice visita a Dimona di un team norvegese nel 1961 il quale "verifico" che le acque pesanti esportate non erano oggetto di uso illecito, e la farsa della visita, nel 1969, di un team americano che fu guidato in una falsa stanza di controllo, non vi e' mai stata alcuna investigazione circa i programmi di armamento non convenzionale condotti da Israele. Israele non ha firmato la Convenzione sulle armi tossiche e biologiche e, nonostante nel 1993 abbia firmato la Convenzione sulle armi chimiche, non l'ha mai ratificata.

La Risoluzione 487 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU del giugno 1981 "chiede a Israele di porre urgentemente il suo armamento nucleare sotto la salvaguardia dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica", mentre la Risoluzione 687 dell'aprile 1991 sottolinea "la minaccia alla pace ed alla sicurezza dell'area causata dalla presenza di armi di distruzione di massa e ... il bisogno di stabilire, in Medioriente, una zona libera dalla minaccia delle armi nucleari".

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